Ancora scioperi

by marcotambo

Stamattina ho preso il treno mezz’ora prima, sapendo già che sarei arrivato in facoltà con un’ora e mezza di anticipo sulla lezione, e il tutto perché Trenord ha deciso che scioperare il venerdì non era sufficiente, quindi ha aderito a questo sciopero nazionale del trasporto pubblico. Poi, naturalmente, dalla stazione alla sede di Lingue ho dovuto camminare, perché la metro era già fuori servizio da mezz’ora. Arrivato in facoltà scopro, attraverso facebook, che la docente di Letterature Scandinave è in ritardo a causa dello sciopero. Bene. Perfetto. Allora penso: che ci sto a fare qui? Prendo il tram e vado da mia nonna. Solo che non avevo calcolato un piccolo dettaglio: il tram fa parte del trasporto pubblico.

Alle 11.45, quando mancavano 30 minuti al termine di una lezione che non c’era, proprio mentre mi si stavano per chiudere le palpebre, ecco che compare la docente. Che se l’è fatta a piedi. Dalla stazione di Rogoredo. Con la valigia. 

Io posso capire le varie ragioni di uno sciopero, ma se dovete darmi fastidio per 4 ore e poi tornare zitti zitti al vostro lavoro a che serve? Serve solo a far arrivare in ritardo la gente che lavora e che studia, punto. Ho sentito di qualcuno che non è arrivato in tempo per un esame. E in tutto questo, la cosa che mi ha fatto più imbestialire, è che mi sono dovuto alzare quando il sole non era ancora sorto. E non lo posso accettare.

Anziché scioperare, non preferireste dei deliziosi biscottini?

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